"Arrivano, quei maledetti! Presto, tutti dentro! Chiudere tutto bene!
E prediamo le forche e le asce, forza, forza!!!...."
Oltrepo, un autunno di tanti anni fa. Un gruppo di mercenari, forse Lanzichenecchi, grossi, barbuti, su grandi cavalli, si avvicinavano al galoppo al gruppetto di casette addossate all'antica Pieve di San Martino della Luta. La zona era – ed è ancora oggi -chiamata "Giarȍ' – che nella lingua locale significa "torrente" –per la presenza del torrente Luta (oggi Luria) e si trova ad ovest dell'attuale comune di Codevilla. Gli abitanti si erano affrettati ad entrare tutti nel portone del muro che cingeva la Pieve. Erano tempi bui, la casa del Signore aveva dovuto essere murata e fortificata per resistere agli attacchi di quei senza Dio. Orde di militari, per lo più mercenari, si trovavano nelle nostre terre, e – quando non erano impegnati in battaglia – rapinavano, violentavano, uccidevano gli inermi e laboriosi abitanti .
I soldati erano arrivati sotto il muro della Pieve, sghignazzando e gridando nella loro lingua barbara. Avevano iniziato a tagliare un tronco per farne un ariete per abbattere il portone. Altri lanciavano pietre oltre il muro per terrorizzare le loro prede. I più giovani avevano l'incarico di razziare quel che c'era nelle povere case, e stavano inseguendo maiali e capre.
All'interno l'Arciprete aveva raccolto i suoi fedeli nella chiesetta, appena appena sufficiente per accoglierli tutte. Le donne piangevano, come pure i bambini. Le vecchie recitavano il rosario. Gli uomini avevano gli occhi sbarrati e stringevano le loro armi contadine, ben sapendo che poco avrebbero potuto fare contro dei professionisti abituati ad uccidere. Ad un tratto, l'arciprete alzò le braccia, e chiese il silenzio. A poco a poco tutti tacquero. Si sentivano distintamente i colpi sordi dell'ariete contro il portone. L'arciprete disse semplicemente : "Preghiamo Dio per un miracolo" E tutti cominciarono a pregare.
Fuori, tutto attorno alla soldataglia urlante, cominciò ad alzarsi una nebbia strana. Una nebbia improvvisa, grigia, scura, minacciosa come quando d'estate grosse e veloci nuvole nere spengono la luce del sole e minacciano grandine e tempesta. La nebbia aumentava, non ci si vedeva a due passi...I soldati smisero di battere il portone, si guardarono attorno. Nei loro animi superstiziosi cominciarono ad affiorare disagi e timori. E infine abbandonarono la loro nefasta impresa.
Più o meno vi ho raccontato la
leggenda del miracolo della Pieve di San Martino.
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Fino a vent'anni fa era ancora in piedi la
fattoria S.Martino.
Era di proprietà della Curia; pare che qualcuno avesse cercato
di comprarla, ma senza esito. Poi, poco a poco, la costruzione,
abbandonata a se stessa, ha iniziato il degrado. Le travi del tetto
hanno iniziato a cedere, le tegole a franare, rami e radici a infilarsi nelle finestre
e sotto i muri...
Infine – anche per evitare responsabilità di danni ai terzi,
il tutto è stato spianato.
Le mie foto sono l'ultimo ricordo di una Pieve millenaria, prima che una ruspa
ed un aratro trasformino tutto in un campo di mais.
Ecco uno stralcio di una mappa IGM (Ist.Geografico Militare) del 1957, ed una foto presa dal satellite oggi:
Fonti:
Goggi – "Storia dei Comuni e delle Parrocchie..." Litocoop – 1973
"Codevilla era capoluogo di una pieve chiamata San Martino di Luta... ove fu eretta una piccola cappella. Di questa pieve il Salice scrive «
anno 482 (!): quest'anno fu eretta una chiesa in loco lutae seut caput villae »....
Possediamo un istrumento in data 2 agosto 1173 redatto. «Nel
chiostro della pieve di san Martino di Luta alla presenza del Signor Arciprete Bonardi della stessa pieve e di altri chierici... »
Garbi – Scrollini – "Codevilla..." CEO -2000
"Nel 482, invece, fu eretta una chiesa in 'loco lutae' dedicata al Salvatore e successivamente a san Martino."
Le foto:
Nota:
1)L'edicola posta all'inizio della stradina che porta alla Pieve era affrescata con una immagine di san Martino a cavallo, che con la spada taglia il mantello per il povero. Col tempo l'affresco è svanito, Ora c'è al suo posto una immagine di Padre Pio (!?) probabilmente l'iniziativa stravagante di un dilettante locale.
2)La strada su cui sorgeva la pieve era un'antica via romana (direzione Tortona-Piacenza) e costeggiava il torrente Luria – il cui corso è stato poi modificato e deviato.